La motivazione principale che spinge una persona a intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta è il più delle volte la comparsa o la persistenza di uno o più sintomi; i sintomi psichici possono essere raggruppati in alcune tipologie principali. Ansia e depressione sono sicuramente i più noti, trattandosi di stati umorali che turbano comunemente la vita delle persone, anche laddove non vi sia una malattia psicopatologica alla base. Qualora la depressione diventi uno stato d’essere permanente di una persona, allora è possibile affermare che vi è una problematica meritevole di essere approfondita in psicoterapia. E’ necessario dire a questo proposito che spesso le problematiche psichiche esordiscono in età adulta, tuttavia non è detto che esse non nascondano le proprie radici profonde nel passato di una persona, spesso anche nell’infanzia, e che il presente abbia offerto solo un terreno fertile per il manifestarsi del problema. Vale la pena citare anche il cosiddetto disturbo bipolare, ovvero l’alternanza tra episodi di depressione ed euforia maniacale. L’enorme varietà di sintomi legati all’umore impedisce di essere più esaurienti, altrimenti facilmente si cadrebbe nell’errore di una categorizzazione da manuale, che rappresenta poco la realtà di noi persone. Certamente va ricordato che è sintomatico tutto ciò che un individuo vive come dolorosamente lontano e diverso da sé o da ciò che vorrebbe essere: da qui nasce l’esigenza fondamentale che a chiedere un percorso di psicoterapia sia il soggetto stesso, e non un suo famigliare o una persona a cui è legato. Ciò che può essere meritevole di approfondimento per il nostro compagno/a, per un genitore o per un figlio non necessariamente è detto che lo sia per il soggetto che viene in psicoterapia: questo aspetto è fondamentale in quanto in studio si lavora anche sulle motivazioni della domanda di colloquio psicoterapeutico. Questo aspetto è particolarmente importante nei sintomi legati ai disturbi dell’alimentazione quali anoressia, bulimia, obesità, binge eating e binge drinking (abbuffate compulsive di cibo o alcolici), così come nelle patologie da dipendenza: a partire dalle dipendenze da stupefacenti e dalla dipendenza da gioco d’azzardo, dipendenze affettive, dipendenze comportamentali, dipendenza da cellulare e devices elettronici in generale. In questo caso ancora più spesso capita che il soggetto affetto da dipendenza chieda di intraprendere un percorso di psicoterapia incoraggiato, se non addirittura obbligato, dai suoi parenti o dai suoi affetti. In questo caso è necessario effettuare un lavoro preliminare che sposti l’attenzione dalla motivazione superficiale di richiesta di una cura, alla reale domanda che pone il soggetto venendo in terapia: trattandosi di dipendenze, non è scontato che la domanda sia di smettere di abusare dell’oggetto “miracoloso”, bensì di comprendere le motivazioni profonde di tale comportamento. Nello studio di psicoterapia ci si può occupare anche dei disturbi di personalità, qualora siano talmente sintomatici da rendere difficoltosa la vita stessa del soggetto che viene in cura. Possiamo citare qui di seguito alcuni di questi tratti di personalità: il disturbo border-line, caratterizzato da estrema impulsività e interpretatività; il disturbo evitante, che impedisce di avere relazioni sociali appaganti; il disturbo ossessivo compulsivo, in cui si presenta un atteggiamento rigoroso, improntato all’ordine morale e materiale ai limiti del perfezionismo; il disturbo schizoide e schizotipico, in cui compaiono pensiero magico e in generale una certa asocialità con tendenza alla solitudine; il disturbo paranoideo, con la tendenza all’interpretatività in senso negativo delle azioni altrui; il disturbo isterico e istrionico caratterizzato da teatralità e presenza di disturbi psicosomatici o disturbi del corpo senza malattia organica riconosciuta. E’ importante comprendere che il ventaglio di sintomi psichici che possono condurre una persona in psicoterapia è ampissimo: ciò che può essere un sintomo per una persona, può non esserlo per un’altra; molto dipende dalla sensibilità individuale, dalla storia personale, dalle esperienze di vita e dal momento particolare in cui il sintomo si manifesta. C’è sempre nella causa scatenante, soprattutto qualora sia apparentemente di poco conto, qualcosa che mette l’individuo in comunicazione inconscia con traumi psichici del suo passato, per cui il ricordo sepolto e rimosso torna a galla prepotente attraverso il sintomo stesso, sotto una maschera diversa, in una cosiddetta veste “metaforica”. Ricostruire il significato del sintomo come metafora inconscia di un trauma psichico costituisce il lavoro che si effettua in analisi. Il sintomo è quindi un prodotto estremamente individuale, per cui è molto difficoltoso definirlo in maniera precisa. Ostinarsi a darne una definizione manualistica può negare l’enorme variabilità individuale insita nella sua manifestazione e impedisce alle persone che ne soffrono di riconoscere il proprio disagio come qualcosa da curare.