Freud, dopo aver avuto numerosi figli, decise che quello del genitore, insieme al mestiere del governare e a quello dello psicoanalizzare, era il mestiere piu` difficile del mondo. La sua concezione della genitorialita`, descritta come percorso impervio, in balia dell`imprevisto, resa estremamente difficoltosa dalla questione del Reale e dell`inconoscibilita` dell`Altro, fa a pugni con quanto oggi ci propina anche il piu` scalcagnato dei pedagogisti. Il libro medio di pedagogia si addentra nella costruzione della perfetta figura genitoriale, non troppo amicone dei figli ma nemmeno troppo rigido, non troppo stucchevole ma nemmeno troppo freddo, apparentemente interessato solo al bene dei figli e senza grosse aspettative, ma nella realt dei fatti continuamente affannato nel cercare di allevare dei piccoli geni scolastici, con virtu` sportive degne di un olimpionico e le capacita` sociali di un influencer. La perfetta figura genitoriale e` anche pret a porter, ovvero e` facilmente raggiungibile con pochi consigli. Purtroppo l`aspettativa relativamente all`ambizione di poter incarnare il genitore modello, coltivata in un contesto sociale estremamente favorevole alle semplificazioni, alle linee guida e al counseling e fomentata dai mass media e dalle proposte della televisione generalista (si pensi alle vecchie sitcom americane) genera, spesso, un senso di inadeguatezza e di smarrimento di fronte alla difficolta` di gestione dei figli. A questo primo imbarazzo, non segue, tuttavia, la consapevolezza che il figlio e` `intriso` dell`ambiente famigliare. Lacan ravvisava nei comportamenti patologici del figlio `il sintomo della coppia genitoriale` se non addirittura, nei casi pi gravi, l`esito dell`essere stato ridotto a `oggetto piccolo a` nelle mani materne.